Acqua e yoga, un binomio che aiuta corpo e spirito
MILANO – Raggiungere il benessere fisico e mentale è uno degli obiettivi di chi pratica Yoga, la disciplina di origine orientale. Una condizione ottimale che, secondo gli esperti, può essere raggiunta anche attraverso la scelta della giusta acqua. Eros Selvanizza, presidente della Federazione Italiana Yoga (FIY), spiega il ruolo importante dell’acqua per lo Yoga, la filosofia che regola il giusto equilibrio tra corpo e spirito.
ACQUA FONDAMENTALE NELLO YOGA – Secondo il documento “Le bevande e lo Yoga” realizzato dal laboratorio d’analisi Natrix Lab, l’acqua nello Yoga è più importante del cibo. Una tesi confermata anche da Selvanizza, il quale nei suoi studi si occupa anche di analizzare le proprietà energetiche e spirituali delle acque. “L’acqua trattiene informazioni, reagisce a determinati messaggi e informazioni che, a loro volta, saranno passati anche all’organismo che la riceve”. Lo Yoga, scienza raffinata che studia dettagli e sottigliezze spesso labili, ha permesso a Selvanizza di dimostrare come la stessa acqua, ricevendo ad esempio differenti stimoli grafici dall’esterno, possa avere un gusto diverso.
PERFORMANCE AGONISTICA – Lo Yoga, oltre a curare lo spirito, è praticato anche come valido aiuto allo sport. In questo senso il presidente FIY, sottolineando la saggezza del nostro corpo nel riconoscere automaticamente gli elementi importanti da conservare, sottolinea le caratteristiche che un’acqua deve avere per aiutare le prestazioni fisiche di un atleta. “Chi pratica Yoga, o più in generale fa sport, dovrebbe bere acque purissime, in modo tale da non sovraccaricare gli emuntori, ovvero gli organi atti a depurare l’organismo, come il fegato, i reni, la pelle e l’espirazione. Tutta la fatica fatta dall’organismo nell’estrarre sostanze solide dall’acqua, e dagli organi emuntori nello smaltirle, va in definitiva a sovraccaricare il sistema nervoso, ed è quindi energia sottratta all’atleta per le sue performance”.
I CONSIGLI – Selvanizza, consiglia quindi di bere acque dal residuo fisso molto basso, con un ph il più possibile neutro e con una temperatura alla sorgente molto bassa, perché l’acqua estratta in profondità ha meno probabilità di venire inquinata dalle falde acquifere. “In generale – conclude Selvanizza – consiglio di evitare acque troppo acide o troppo basiche, ma nello specifico l’acqua più adatta ad un atleta dipende anche dalle esigenze specifiche dello sportivo, in particolare dal suo metabolismo e dal tipo di attività fisica”.
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